EF Education – EasyPost, Sean Quinn senza filtri: “Ho avuto alcuni problemi con la salute mentale, ma sono felice di chi sono oggi”

La carriera da professionista sta scivolando via più velocemente del previsto per il campione nazionale statunitense Sean Quinn. Dopo un 2024 impreziosito proprio dalla conquista del titolo nazionale in linea, per il corridore della EF Education – EasyPost, recentemente impegnato in Malesia al Tour de Langkawi, è arrivato il momento di trarre le somme di questa stagione e di iniziare a pensare alla prossima, in cui l’obiettivo sarà continuare a costruire su quanto fatto fino ad oggi per diventare a tutti gli effetti un corridore in grado di giocarsi le sue chances in classifica nelle corse a tappe.

Intervistato da Wielerflits il 24enne di Los Angeles ha toccato diversi argomenti importanti, partendo dai programmi per il 2025 e arrivando anche a discutere delle sue difficoltà a livello mentale affrontate durante la sua carriera: “Per quello che riguarda il prossimo anno tutto dipenderà da quello che la squadra vorrà da me, ma io vorrei continuare a correre i grandi giri – spiega il classe 2000 – Questo è quello su cui voglio concentrarmi, ma in ogni caso voglio correre le mie occasioni in tutte le corse che affronterò. Sto notando che la mia carriera sta passando velocemente. Negli ultimi due anni mi sono passate davanti diverse opportunità, e bisogna sfruttarle perché non sempre si è in buona salute e pronti a vincere quando si va in corsa. Bisogna cogliere tutte le occasioni che capitano“.

L’obiettivo è quello di diventare un capitano in grado di lottare per la classifica nei grandi giri, per quanto sia un’impresa tutt’altro che semplice: “Sto invecchiando e non sono ancora riuscito a fare la trasformazione. Ed è già da qualche anno che dico che ‘i prossimi anni sono quelli importanti’. È realistico l’obiettivo di diventare un corridore da classifica? Onestamente non lo so. È qualcosa che devo scoprire, ma non si può mai sapere. Le persone possono dire che tu hai il fisico per esserlo un giorno, ma i tempi stanno cambiando. Tutti migliorano anno dopo anno, ma finché avrò modo di sognare rimarrò un corridore professionista. Quando le cose cambiano e bisogna abbassare le proprie aspettative e i propri obiettivi diventa tutto più difficile. Si è visto con altri corridori che hanno dovuto cambiare il loro modo di correre, perdono la motivazione. Spero che questo non mi succeda”.

In conclusione il corridore californiano si ferma anche a riflettere su quello che significa per lui la vita da professionista, fatta di tante ore in sella da solo con i propri pensieri: “Da ciclista professionista hai un sacco di tempo in cui pensare. Durante una sessione di allenamento in solitaria da 6 ore cos’altro puoi fare se non pensare? Molti miei colleghi mi dicono di rilassarmi di più, ma a me piace pensare. In passato ho avuto problemi con la salute mentale, ma oggi sono felice della persona che sono. Vedremo se questi miei pensieri mi rallenteranno o mi daranno una spinta in più, spero nella seconda opzione”.

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